L’idea progettuale oltre a dotare tale angolo della città di un luogo capace di ospitare una serie di attività ricreative all’aperto e al chiuso, vuole restituirle un “oggetto” architettonico riconoscibile, fortemente evocativo e “sospeso”. Il concetto di sospensione viene enfatizzato per contrasto: da un lato gli spazi ipogei di “raccordo” che hanno la funzione di creare un percorso pedonale fruibile anche da parte dei disabili che dal parco possono raggiungere agevolmente Piazza Savoia; dall’altro la scelta di tenere “in quota” la parte degli uffici dei dipendenti, attraverso un edificio a sviluppo longitudinale che domina e allo stesso tempo allude ad oggetto “fitomorfo”. L’idea del verde esplicata tautologicamente dalla pelle dell’edificio attraverso l’utilizzo del colore, nasce dalla voglia di “sdrammatizzare” l’edificio pubblico e renderlo, se possibile, un tassello “ludico” del sistema del parco, più che un simbolo per la rappresentazione del “potere”. Inoltre l’idea primigenia in termini urbanistici e visuali nasce dalla volontà di collegare idealmente il nuovo parco oggetto del concorso con Villa De Capua, uno dei parchi pubblici più antichi della città, oggi oggetto di degrado e relativo abbandono. In questo scenario la verticalità della torre, dedicata agli uffici di rappresentanza, dona “riconoscibilità” di lungo raggio ad un edificio “simbolo” dello sviluppo della regione. Dal punto di vista funzionale l’innovazione ricercata risiede nella forte riconoscibilità delle singoli volumi funzionali e nella loro articolazione: Torre, Stecca, spazi Ipogei ed il Parco.
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